Un tribunale di Bastia stabilì che solo il francese poteva essere parlato legalmente negli uffici politici dell’isola

I corsi sono usciti in forze per denunciare il verdetto di giovedì che vieta l’uso della lingua corsa (nota come Corsu) in parlamento e in altri uffici politici. Le manifestazioni hanno fatto seguito a una decisione di un tribunale della città di Bastia, citando la costituzione francese, sostenendo che il francese è l’unica lingua consentita nelle comunicazioni ufficiali e dichiarando illegale la lunga tradizione dell’Assemblea di tenere dibattiti in Corsu.

Una regola locale affermativa “l’esistenza di un popolo corso” fu dichiarato incostituzionale anche dal tribunale di Bastia, accendendo ulteriormente la rabbia dei politici che si battevano per l’autonomia francese “collettività territoriale”. Il partito indipendentista Core in Fronte ha denunciato il verdetto come “vergognoso” in un tweet scritto in corso venerdì, mentre il capo del Partito della nazione corsa Jean-Christophe Angelini lo ha descritto come “un’ingiustizia e una vergogna”.

Il presidente del consiglio esecutivo Gilles Simeoni e il presidente dell’Assemblea Marie-Antoinette Maupertuis si sono impegnati a presentare ricorso contro il verdetto “privando i membri del parlamento corso del diritto di parlare la loro lingua durante i dibattiti”. Per salvare la lingua corsa, l’isola deve elevarla allo status ufficiale insieme al francese, hanno affermato venerdì in una dichiarazione congiunta.


La Francia si è preparata a discutere di autonomia con la provincia irrequieta - ministro

Il verdetto è frutto di una causa intentata dal prefetto corso Amaury de Saint-Quentini, il più alto funzionario dell’isola, nominato da Parigi. Saint-Quentini si è da tempo schierato con il governo contro quelli dell’isola, che chiamavano lo stato francese an “assassino” l’anno scorso tra le violente proteste che hanno seguito il brutale attacco di un altro prigioniero all’eroe dell’indipendenza corso incarcerato Yvan Colonna. Colonna in seguito morì per le ferite riportate e la necessità percepita di placare la rabbia dell’isola è accreditata di aver potenzialmente portato il presidente francese Emmanuel Macron al tavolo dei negoziati.

Mentre la Francia si oppone da tempo alla concessione dell’indipendenza a una regione che insiste essere parte integrante del suo territorio, Macron recentemente sembra essersi ammorbidito verso l’idea di una maggiore autonomia per l’isola. Secondo quanto riferito, il mese scorso ha detto al parlamento corso di non avere richieste fisse per le prossime riforme costituzionali, anche se la sua opposizione alla secessione della Corsica dalla Francia è rimasta ferma. Classificato come “sicuramente in pericolo” dall’UNESCO, Corsu, che assomiglia al dialetto italiano usato in Toscana, conta solo 150.000 parlanti tra la sua isola omonima e la vicina isola italiana della Sardegna.

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Origine: www.rt.com



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